Movimentate 800mila tonnellate in più rispetto al 2024. Bene cereali e prodotti petroliferi, male l’automotive
Il porto di Ravenna ha chiuso i primi sette mesi del 2025 con numeri in crescita: 15,7 milioni di tonnellate di merci movimentate, 800mila in più rispetto allo stesso periodo del 2024. Un aumento del 5,4% che conferma il trend positivo dell’infrastruttura portuale ravennate.
Le navi approdate sono state 1.524, una ventina in più dell’anno precedente. La maggior parte del traffico riguarda gli sbarchi (13,7 milioni di tonnellate), mentre gli imbarchi si attestano sui 2 milioni di tonnellate.
I settori in crescita
Il comparto agroalimentare registra la performance migliore con un +16,3%, movimentando 3,3 milioni di tonnellate. I cereali guidano questa crescita con 1,2 milioni di tonnellate (+65%), mentre gli oli vegetali aumentano del 19% arrivando a 452mila tonnellate.
I prodotti petroliferi segnano un +27% con 2,1 milioni di tonnellate, spinti principalmente dal traffico verso il rigassificatore. Un risultato significativo in un momento in cui la diversificazione energetica rappresenta una priorità strategica.
Anche i materiali da costruzione crescono del 6,6% (2,7 milioni di tonnellate), con particolare riferimento alle materie prime per le ceramiche del distretto di Sassuolo (+7,5%).
Le difficoltà di alcuni settori
Non tutti i comparti registrano segni positivi. I prodotti metallurgici calano del 5,3% (3,4 milioni di tonnellate), riflettendo le difficoltà dell’industria siderurgica.
Il settore automotive ha praticamente azzerato la propria presenza: da maggio non vengono più movimentate automobili, causando un crollo dell’85% rispetto al 2024.
I prodotti chimici perdono il 18% (522mila tonnellate), mentre i concimi restano sostanzialmente stabili con un lieve -1,1%.
Container e crociere
Il traffico containerizzato mostra segnali incoraggianti: 130mila TEU movimentati (+7,3%) per un totale di 1,4 milioni di tonnellate di merci. Un dato che testimonia la crescita del commercio internazionale attraverso il porto adriatico.
Il turismo crocieristico registra invece un leggero calo: 43 scali contro i 45 del 2024, con 127mila passeggeri (-10,8%). La riduzione non è drammatica ma evidenzia le difficoltà di un settore ancora in fase di consolidamento post-pandemico.
Agosto conferma il trend
I dati preliminari di agosto mostrano una crescita del 16% rispetto allo stesso mese del 2024, con oltre 2,3 milioni di tonnellate movimentate. Un risultato che proietta l’anno verso un bilancio positivo.
Particolarmente significativo l’incremento degli agroalimentari liquidi (+114%) e dei prodotti petroliferi (+88%), mentre continuano a calare i prodotti chimici liquidi (-29%) e i combustibili minerali solidi (-26%).
Il significato economico
Questi numeri riflettono la capacità del porto di Ravenna di mantenere la propria competitività nel panorama portuale adriatico. La crescita del 5,4% in un contesto economico non particolarmente brillante indica una buona tenuta dell’infrastruttura.
Il porto genera occupazione diretta per migliaia di addetti e indotto economico per l’intero territorio. Ogni tonnellata movimentata significa lavoro per operatori portuali, autotrasportatori, spedizionieri e tutto il sistema logistico collegato.
Le sfide aperte
La crescita del traffico porta con sé anche alcune criticità ambientali: più navi significano maggiori emissioni e più traffico pesante sulle strade urbane. Un aspetto che richiede un bilanciamento attento tra sviluppo economico e sostenibilità.
Il calo dell’automotive evidenzia come alcuni settori tradizionali stiano attraversando una fase di transizione, mentre la crescita dei prodotti energetici mostra l’adattamento del porto alle nuove esigenze del mercato.
Prospettive realistiche
Se il trend di agosto si confermasse nei mesi finali, il porto potrebbe chiudere l’anno con circa 18 milioni di tonnellate movimentate, un risultato solido che consoliderebbe la posizione di Ravenna nel sistema portuale italiano.



