Marina Romea, sulla splendida costa ravennate, continua a essere un baluardo per la sopravvivenza del fratino (Charadrius alexandrinus), un piccolo uccello euro-asiatico dal piumaggio color sabbia che si mimetizza perfettamente tra dune, conchiglie e Battigia e acque lagune interne. Conosciuto un tempo come «l’uccellino delle spiagge», era una presenza comune per i frequentatori del litorale, ma oggi la sua sopravvivenza è appesa a un filo.
Il 2025 ha segnato un evento eccezionale per la conservazione del fratino in Emilia-Romagna: tra gli stabilimenti «Malaika» e «Graziella», è avvenuta l’unica schiusa di un nido su tutta la costa regionale. Protagonista, la fratina inanellata BCJ, tornata a nidificare nello stesso luogo del 2022, che ha visto due dei tre pulcini nati il 27 aprile prendere il volo. Un successo raro e fondamentale per una specie considerata «quasi minacciata» dalla Lista Rossa IUCN.
In Italia, la popolazione nidificante di fratino ha subito un declino di oltre il 50% negli ultimi trent’anni, schiacciata dall’urbanizzazione selvaggia, dal turismo incontrollato, dalle pulizie meccaniche delle spiagge e dalla distruzione involontaria dei nidi. Francesca Santarella, coordinatrice della rete «Salviamo il Fratino della costa ravennate e cervese», lancia l’allarme: «Sulle spiagge circolano mezzi pesanti, vengono spianate le dune invernali e l’eccessiva antropizzazione minaccia il fratino, che nidifica direttamente sulla sabbia». La situazione è drastica: «Nel 2000 c’erano circa 200 coppie, ora appena 40.

A Marina Romea si è verificata l’unica schiusa, oltre quelle di una riserva fuori dalla nostra provincia gestita direttamente dai Carabinieri Forestali. Altrove, neppure a Rimini, nulla». Il fratino non è solo una specie da proteggere; è un prezioso indicatore ecologico, un segnale che un ambiente costiero è ancora vivo e naturale, deponendo tra marzo e luglio uova mimetiche sulla sabbia, perfettamente integrate ma estremamente vulnerabili. A garantire la sicurezza di questo fragile successo, un gruppo di 25 volontari da Bologna, Faenza, Lugo, Imola e altri comuni ha svolto un lavoro instancabile, presidiando le aree frequentate dai pulcini «grandi come noci» e informando i bagnanti, spesso sorpresi di trovare tanta biodiversità.
Decisivo anche il ruolo della riserva naturale Duna di Porto Corsini, che ha offerto rifugio ai piccoli nei primi giorni di vita. La rete di associazioni ringrazia stabilimenti balneari, enti, forze dell’ordine, volontari, associazioni ambientaliste e fotografi naturalisti per aver documentato questo raro successo.
A Marina Romea, la collaborazione tra cittadini, istituzioni e operatori rappresenta l’unico argine concreto al declino del fratino. Gesti semplici ma vitali come rispettare le aree protette, tenere i cani al guinzaglio, non calpestare le dune e segnalare eventuali nidi possono fare la differenza. Per i volontari, il fratino è un simbolo fragile e potente di convivenza possibile tra natura e presenza umana: «Difenderlo significa custodire il futuro stesso delle nostre coste»



