17.7 C
Ravenna
martedì 11 Novembre 2025
spot_img
HomeCulturaRimini e la Memoria della Casa Savoia: Una Toponomastica che Racconta la...

Rimini e la Memoria della Casa Savoia: Una Toponomastica che Racconta la Storia d’Italia

Passeggiando per le strade di Rimini, tra i viali principali che conducono al mare e le arterie che attraversano il centro storico, ci si imbatte in una testimonianza silenziosa ma eloquente del passato monarchico d’Italia. La toponomastica cittadina conserva ancora oggi i nomi dei membri della Casa Savoia, trasformando ogni angolo di strada in una pagina di storia nazionale.

I principali viali della città portano i nomi di figure emblematiche della dinastia sabauda: Viale Regina Elena, dedicato alla consorte di Vittorio Emanuele III; Viale Principe Amedeo, che onora il secondo figlio di Vittorio Emanuele II, che fu anche re di Spagna; Viale Principe di Piemonte, intitolato al futuro Umberto II; Viale Regina Margherita, che ricorda la prima regina d’Italia; e Viale Duca d’Aosta, dedicato ad Amedeo di Savoia-Aosta, il viceré d’Etiopia. In zona periferica troviamo inoltre Via Duca degli Abruzzi, che commemora Luigi Amedeo di Savoia-Aosta, esploratore e alpinista.

Questi nomi non rappresentano semplici etichette stradali: raccontano l’evoluzione dell’identità nazionale italiana e il ruolo particolare che Rimini ha rivestito come destinazione turistica d’élite.

A fare da guida in questo viaggio nella memoria è Emiliano Procucci, docente di scuola superiore, scrittore (al suo attivo il libro Il re martire su Luigi XVI e Le donne di Casa Savoia) e consigliere con delega storica della delegazione locale dell’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon. La sua passione per la valorizzazione della storia sabauda in città si traduce in un impegno costante per mantenere viva questa memoria collettiva.

«Le scelte toponomastiche legate alla Casa Savoia» spiega Procucci «affondano le radici nel periodo cruciale a cavallo tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento, quando l’Italia unificata cercava di consolidare la propria identità nazionale attraverso simboli condivisi. Rimini, che stava emergendo come destinazione balneare di prestigio, divenne naturalmente uno dei luoghi privilegiati per accogliere il turismo aristocratico e borghese dell’epoca».

Procucci sottolinea come questa scelta non fosse casuale: «Dedicare i principali viali ai membri della Casa Savoia serviva a rafforzare il legame simbolico tra la monarchia e una città che aspirava a diventare la “perla dell’Adriatico”. È significativo ricordare che, prima della Seconda Guerra Mondiale, anche il lungomare oggi intitolato a Giuseppe Di Vittorio era dedicato a Vittorio Emanuele III, testimonianza di quanto fosse profondo il rispetto e l’attaccamento alla corona».

Un aspetto particolarmente interessante è la sopravvivenza di questi toponimi anche dopo il referendum del 1946 e la nascita della Repubblica. Oggi si direbbe che sono scampati alla cancel culture.  Procucci offre una spiegazione articolata di questo fenomeno: «Dopo la caduta della monarchia, questi nomi sono rimasti immutati perché ormai erano diventati parte integrante dell’identità cittadina. Cambiarli avrebbe significato non solo perdere una parte importante della memoria urbana, ma anche compromettere il racconto che Rimini offre di sé stessa ai visitatori. Questi toponimi rappresentano ormai un patrimonio storico e turistico consolidato».

La preservazione e la promozione di questa memoria storica non sono lasciate al caso. La delegazione locale dell’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore, in collaborazione con l’Associazione Nazionale Faleristica e il Centro Studi “Oddone di Savoia”, organizza regolarmente conferenze, mostre ed eventi dedicati alla famiglia reale italiana e al suo legame con il territorio romagnolo.

«Queste iniziative» precisa Procucci «rappresentano occasioni preziose per approfondire non soltanto la storia politica, ma anche quella sociale e culturale legata alla presenza dei Savoia nella nostra regione. Comprendere questo periodo significa capire come si è costruita l’Italia moderna, e Rimini ne è stata protagonista attiva, non semplice spettatrice».

Camminando oggi per Viale Regina Margherita o Viale Principe Amedeo, si ha l’impressione di sfogliare le pagine di un libro di storia che continua a essere scritto, dove ogni generazione aggiunge il proprio capitolo senza cancellare quelli precedenti.
È questa, forse, la lezione più preziosa che la toponomastica riminese ci offre: la storia non è mai definitivamente conclusa, ma vive e si trasforma nel presente di chi sa riconoscerne il valore.
Rimini ha compreso che non è cancellando le vie dedicate ai reali che si reinventa il passato, che resta lì, con tutte le sue complessità.

ARTICLI CORRELATI
- Advertisment -spot_img

ULTIMI ARTICOLI