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martedì 11 Novembre 2025
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Patuelli: «Il mondo vive eccessi di trasandatezza morale, le banche investano nell’etica»

Il Presidente dell’Associazione Bancaria Italiana all’Università Link di Roma: «Il mondo vive eccessi di trasandatezza morale, occorre più etica nell’economia e nella finanza»

ROMA – «Il mondo vive eccessi di trasandatezza morale: occorre più etica». Con queste parole Antonio Patuelli, Presidente dell’Associazione Bancaria Italiana, ha aperto ieri mattina la sua Lectio Magistralis su etica e economia tenuta presso l’Università degli Studi Link di Roma. Un intervento che ha tracciato un percorso rigoroso tra principi costituzionali, responsabilità bancaria e sfide tecnologiche del mondo finanziario contemporaneo.

La lezione del Presidente ABI ha posto al centro dell’analisi un principio fondamentale: «Anche quando un’operazione economica è giuridicamente lecita, se essa contrasta con l’etica, questa non deve essere conclusa». Una posizione che va oltre la semplice conformità normativa per abbracciare una visione più ampia della responsabilità nel settore finanziario.

I fondamenti costituzionali dell’etica economica

Patuelli ha radicato la riflessione etica nei principi fondamentali della Costituzione italiana, sottolineando come per i cittadini sia indispensabile la «convinta consapevolezza della prevalenza dei principi costituzionali nel viver civile, con lo Stato come primo garante di tutte le libertà civili, economiche, sociali ed ambientali».

Il Presidente ABI ha evidenziato come «il minimo dell’etica è la legalità», ma ha precisato che l’etica può responsabilmente convincere le persone ad essere più scrupolose di quanto dispongono le norme. In questa visione, doveri e diritti costituzionali formano il cittadino, mentre l’economia e la finanza, se sottratte all’influenza del diritto e della morale, portano all’egoismo.

La Dottrina sociale della Chiesa e l’economia di mercato

Ampio spazio nella Lectio è stato dedicato agli insegnamenti della Dottrina sociale della Chiesa in materia economica. Patuelli ha citato l’Enciclica “Centesimus annus”, secondo cui «l’impresa non può essere considerata solo come una società di capitali; essa è al tempo stesso una comunità di persone». La Dottrina sociale critica giustamente «l’egoismo miope e limitato al corto termine» che «alla fine non paga e fa pagare a tutti un prezzo troppo alto».

Il Presidente ABI ha sottolineato come tutto ciò che è moralmente corretto in economia e finanza sia finalizzato allo sviluppo globale e solidale della persona e della società, realizzabile «solo in una economia di mercato con sensibilità sociali», dove l’iniziativa privata goda di uno spazio ampio costituzionalmente garantito.

Sostenibilità ed etica: un binomio necessario

La riflessione si è estesa al concetto di sostenibilità, definito da Patuelli come «molto più recente» rispetto a quello di etica, anche se i due appaiono sempre più connessi. «Per millenni le persone non si sono poste problemi di sostenibilità», ha osservato, spiegando come nel Novecento si siano crescentemente affermate le problematiche dei rischi dello sviluppo senza confini.

La sostenibilità è stata definita come «alternativa all’attualismo», a tutto ciò che non valuta le conseguenze prospettiche. Giovanni Paolo II, ha ricordato Patuelli, indicò la necessità che «prevalga l’etica del rispetto per la vita e la dignità dell’uomo, per i diritti delle generazioni umane presenti e di quelle che verranno».

Il risparmio e la solidità bancaria

Particolare attenzione è stata riservata al tema del risparmio come «energia fondamentale per lo sviluppo e l’occupazione». Patuelli ha ribadito la necessità di ridurre rapidamente la pressione fiscale sul risparmio investito a medio e lungo termine, distinguendo i rendimenti di investimenti a lungo termine dalle operazioni speculative a brevissimo termine.

«La solidità delle banche non è mai troppa», ha dichiarato il Presidente ABI, sottolineando come le banche debbano essere solide per accompagnare la crescita economica e affrontare stagnazioni e recessioni. Ha evidenziato come le banche in Italia abbiano investito circa 6 miliardi di euro nel 2024 per l’innovazione tecnologica, con previsioni di ulteriore crescita per il 2025.

Intelligenza artificiale e controllo etico

Sul fronte delle nuove tecnologie, Patuelli ha sottolineato che «per l’intelligenza artificiale occorrono innanzitutto principi etici, trasparenza, responsabilità sociale» per la sicurezza e la protezione dei dati. È necessario il controllo umano ed etico degli algoritmi, a tutela di libertà e responsabilità.

«Difronte all’intelligenza artificiale occorre innanzitutto spirito critico», ha affermato citando Papa Leone XIV, mentre ha evidenziato la necessità che le tecnologie non siano estranee alle regole che, come la tassazione, «debbono essere uguali per tutti».

La «difficile arte» del banchiere

Concludendo la sua Lectio, Patuelli ha definito la banca come una «difficile arte» che impone obblighi giuridici ed etici, elevata cultura e intransigenza sui principi di libertà e responsabilità. Citando Luigi Einaudi, ha ricordato come il banchiere abbia «un dovere solo: impiegare in modo sicuro il danaro dei propri fiduciari».

«Occorre sempre rifiutare il cinismo, l’avidità, l’economia priva di etica, l’assenza di memoria», ha concluso Patuelli, ribadendo la necessità di «anteporre sempre i principi per una moralità non accomodante».

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