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Intervista al dottor Medri. Cani, gatti e… estate: cosa sapere su caldo, viaggi, cibo e pericoli nascosti

Di Simone Ortolani

Veterinario ravennate,  laurea conseguita all’Università di Bologna nel 1984, il dottor Gianfranco Medri è un punto di riferimento nel mondo della medicina veterinaria locale. Dirige la Clinica Veterinaria «San Marco» e ha maturato una lunga esperienza nella cura di animali da compagnia, specie esotiche, rettili e fauna selvatica.

Nel corso della sua carriera ha diretto numerosi centri pubblici e privati, tra cui il Centro Recupero Selvatici di Ravenna e diversi canili comunali. Dal 2018 è anche Direttore Sanitario del CESTHA, il centro specializzato nella riabilitazione delle tartarughe marine.

Oltre all’attività clinica, è autore di libri, articoli e pubblicazioni scientifiche. Tiene corsi per istruttori cinofili, collabora con l’Università di Bologna. Instancabile divulgatore, unisce rigore scientifico e una grande passione per gli animali.

Il dotto Gianfranco Medri

Quali sono i principali rischi per la salute dei cani e dei gatti nei mesi estivi?

«Durante i mesi estivi, uno dei principali rischi per la salute di cani e gatti è il colpo di calore. Questi animali, infatti, non sudano come gli esseri umani: regolano la loro temperatura corporea principalmente attraverso l’evaporazione dell’aria durante la respirazione, ansimando. Questo meccanismo permette di scambiare l’aria calda corporea con aria più fresca, ma diventa molto meno efficace quando la temperatura ambientale è elevata o l’umidità è alta.

Negli ultimi anni, con l’aumento delle temperature medie globali, abbiamo osservato un incremento dei casi di ipertermia nei cani e nei gatti».

Quali sono i segnali di malessere da caldo che i padroni dovrebbero saper riconoscere da subito?

«A volte restiamo sorpresi nel vedere che anche proprietari esperti di cani e gatti si fanno trovare impreparati di fronte al caldo, sottovalutandone i rischi. Un esempio classico è lasciare l’animale nell’auto, anche solo per pochi minuti. Già a maggio, come quest’anno, quando le temperature hanno iniziato a sfiorare i 30 gradi, l’abitacolo può trasformarsi in una vera trappola: in pochi minuti la temperatura interna può superare i 40 gradi, una soglia che definiamo “temperatura da cottura”.

Il colpo di calore può sopraggiungere molto rapidamente in queste condizioni, mettendo seriamente a rischio la vita dell’animale. Anche brevi soste, che ci sembrano innocue, possono risultare fatali. Per questo è fondamentale sensibilizzare su questi pericoli, anche con chi ha esperienza: il cambiamento climatico ha reso le stagioni più estreme e imprevedibili, ed è nostro dovere adattarci per proteggere la salute dei nostri compagni a quattro zampe.»

È vero che durante l’estate i cani e i gatti mangiano di meno?

«Questi effetti del caldo, in realtà, li viviamo anche noi esseri umani: durante l’estate tendiamo ad avere meno appetito, cambiano i nostri ritmi e il nostro fabbisogno energetico si modifica. La stessa cosa succede nei nostri animali domestici, specialmente nei gatti. È piuttosto comune osservare che, durante l’inverno, il gatto tende ad aumentare di peso: consuma più energia per mantenere la temperatura corporea e spesso si muove meno, soprattutto se vive in casa.

Con l’arrivo dell’estate, però, l’organismo si adatta: il metabolismo rallenta, diminuisce il fabbisogno calorico e spesso anche l’appetito. Il gatto, in particolare, diventa più selettivo, più pigro nelle ore più calde, e riduce l’attività fisica. È un processo fisiologico, ma che va seguito con attenzione: è importante assicurarsi che il calo dell’appetito non sia eccessivo o sintomo di altro, e che il gatto si mantenga ben idratato, cosa che spesso trascurano, soprattutto se si nutrono solo di cibo secco.»

È preferibile fornire a cani e gatti cibo secco o umido?

«Questa è una considerazione che va ben valutata e calibrata. Nel nostro mercato nazionale, per quanto riguarda l’alimentazione del gatto, si registra una netta prevalenza dell’utilizzo di cibi umidi, quelli in lattina, rispetto al secco. Questo tipo di alimento ha indubbiamente dei vantaggi – ad esempio, contiene circa il 75% di acqua, il che può aiutare a mantenere il gatto idratato – ma presenta anche alcune criticità, non solo nutrizionali, ma persino economiche.

Abbiamo fatto un confronto in termini di costo per grammo, e il risultato è sorprendente: l’alimento umido per gatti, considerando che è composto in gran parte da acqua, può arrivare a costare più di una bistecca fiorentina acquistata in macelleria. È un dato che fa riflettere, soprattutto se pensiamo alla qualità reale del prodotto che stiamo offrendo.

C’è poi un aspetto fisiologico da tenere in conto: i gatti, per loro natura, bevono poco. Sono animali di origine desertica, e questo comportamento è innato. Tuttavia, la scarsa assunzione di acqua può favorire la formazione di calcoli urinari, in particolare nei maschi, che per via dell’anatomia delle vie urinarie sono più soggetti a ostruzioni. Inoltre, una ridotta idratazione si riflette anche sulla consistenza delle feci, che diventano più compatte e difficili da espellere, con il rischio di episodi di stitichezza.

Per questo, l’alimentazione del gatto – soprattutto durante i mesi estivi – va pianificata con attenzione garantendo sempre acqua fresca e accessibile, e osservare con attenzione il comportamento alimentare e di eliminazione del nostro animale sono aspetti fondamentali per il suo benessere.»

Ci sono alimenti freschi che possiamo fornire loro per aiutarli a sopportare il caldo?

«Negli ultimi anni si sta diffondendo di nuovo, anche nel nostro Paese, la mentalità legata all’alimentazione “naturale” degli animali, come la BARF o la somministrazione di avanzi di cucina, in parte recuperando abitudini della civiltà contadina. Un tempo, cani e gatti ricevevano quello che avanzava: ossa, scarti, interiora. Era un modo per evitare sprechi e, oggi, questo approccio viene anche rivalutato in chiave di sostenibilità.

Tuttavia, bisogna fare attenzione. In estate, le alte temperature favoriscono la proliferazione di batteri patogeni negli alimenti crudi, come carne o trippa verde, se non conservati e gestiti correttamente. Questo espone gli animali a rischi di tossinfezioni alimentari, con sintomi che possono andare dal vomito alla diarrea fino a quadri clinici più seri.

Inoltre, alcuni alimenti che vengono comunemente offerti – come la trippa verde o gli ossicini – possono comportare altri rischi. Le ossa, in particolare, anche se di piccole dimensioni, possono provocare micro-lesioni al tratto gastrointestinale, ostruzioni o addirittura perforazioni. Sono situazioni che noi veterinari vediamo purtroppo con una certa frequenza nei pronto soccorso.

In sintesi, se da un lato è comprensibile e, in parte, condivisibile l’intento di ridurre lo spreco alimentare o di adottare un’alimentazione più “naturale”, è fondamentale farlo con consapevolezza, evitando il fai-da-te e confrontandosi sempre con il veterinario. Non tutto ciò che è naturale è automaticamente sicuro.»

Quanto è importante l’idratazione nei mesi caldi e come possiamo stimolare il nostro animale, specialmente il gatto, a bere di più?

«L’idratazione è un aspetto fondamentale, specialmente nei mesi estivi. Come abbiamo già visto, cani e gatti non sudano come noi: la loro termoregolazione avviene in modo diverso. Nei cani, ad esempio, la dispersione del calore avviene soprattutto attraverso l’ansimare e, in misura minore, tramite la sudorazione dai cuscinetti plantari (i polpastrelli). Nei gatti, il meccanismo è ancora più limitato e meno evidente.

Proprio per questo, l’acqua deve essere sempre disponibile, fresca e pulita. In alcuni casi, può essere utile offrire acqua minerale naturale, a basso residuo fisso, soprattutto se si vive in zone con acqua di rubinetto particolarmente calcarea. Un piccolo trucco che consigliamo spesso è aggiungere cubetti di ghiaccio da inserire nell’acqua per stimolare l’assunzione e contribuire al raffreddamento dell’organismo.

Come indicazione generale, un cane dovrebbe bere circa 50 ml di acqua per ogni chilogrammo di peso corporeo al giorno. Per fare un esempio concreto: un Labrador di 30 kg dovrebbe assumere almeno 1,5 litri di acqua al giorno, ma anche di più se fa attività fisica o è esposto a temperature elevate».

Come prepararsi a viaggi, spostamenti o cambiamenti di ambiente con il proprio pet durante l’estate?

«Fortunatamente, sempre più strutture ricettive – alberghi, campeggi, agriturismi – si stanno adeguando e diventano pet friendly, accogliendo con piacere cani e gatti. Molte famiglie optano anche per soluzioni più flessibili, come case vacanza o appartamenti in affitto, che permettono di gestire meglio gli spazi e la routine degli animali.

Tuttavia, è importante non partire impreparati. Quando si viaggia con un animale domestico, è sempre consigliabile avere con sé un piccolo beauty case veterinario, con alcuni farmaci di primo intervento: un antibiotico ad ampio spettro prescritto in precedenza, un cortisonico per eventuali reazioni allergiche o punture, un disinfettante per piccole ferite, fermenti lattici in caso di disturbi intestinali e un collirio lenitivo o antibiotico per eventuali irritazioni oculari.

Naturalmente, questi prodotti devono essere utilizzati solo su indicazione del proprio veterinario di fiducia, ma averli a disposizione può fare la differenza in caso di emergenza, soprattutto se ci si trova in luoghi isolati o difficilmente raggiungibili.

Infine, un consiglio fondamentale: prima di partire, verificate sempre che nella zona di villeggiatura siano presenti ambulatori o cliniche veterinarie. Sapere in anticipo a chi rivolgersi in caso di bisogno aiuta a evitare situazioni di panico e garantisce un intervento tempestivo.»

Cani e gatti soffrono lo stress da cambiamento?

«I felini, rispetto ai cani, sono molto più sensibili ai cambiamenti di ambiente e territorio. Il solo viaggio in auto, con i rumori, i movimenti e gli odori estranei, rappresenta per molti gatti una fonte importante di stress. Per questo, se non è strettamente necessario, il consiglio è di non portarli in vacanza, ma piuttosto di lasciarli nel loro ambiente familiare, dove si sentono sicuri. Naturalmente è fondamentale che qualcuno – un parente, un amico o un pet sitter – possa visitarli quotidianamente, per controllare che tutto sia in ordine, pulire la lettiera e garantire acqua e cibo fresco.

Se il viaggio è inevitabile, oggi esistono strumenti utili per ridurre lo stress del trasporto e del cambiamento: diffusori e spray a base di feromoni felini, rimedi naturali come i fiori di Bach, oppure – in casi selezionati – prodotti fitoterapici o farmaci su indicazione veterinaria. È importante prepararli gradualmente e non improvvisare il trasporto all’ultimo minuto.

Un altro elemento da considerare è il rischio di smarrimento: molti gatti, una volta arrivati nel luogo di villeggiatura, cercano di fuggire o si nascondono per lunghi periodi, disorientati dal nuovo contesto. Questo accade perché, a differenza del cane, il gatto non segue il proprietario come riferimento primario, ma tende a esplorare e cercare un proprio spazio sicuro.

Il cane, invece, in genere si adatta meglio alla vacanza, purché vengano rispettate alcune esigenze: in particolare, è fondamentale che ci sia un’area verde o uno spazio sicuro dove possa muoversi e “sgambare” liberamente. Il movimento, l’interazione con il proprietario e la possibilità di esplorare aiutano molto a mantenere il benessere fisico e mentale del cane anche in un ambiente nuovo.»

La tosatura estiva è consigliata per cani e gatti? In quali casi è davvero utile?

«Un altro aspetto che d’estate spesso viene sottovalutato è la gestione del mantello. Alcuni proprietari, in buona fede, pensano di aiutare il cane o il gatto a “sentire meno caldo” tosandolo, ma non sempre questa è la scelta giusta — anzi, può essere dannosa.

Alcune razze, come gli Husky ad esempio,  hanno un mantello a doppio strato, simile a quello degli ovini: un sottopelo isolante e un pelo di copertura che protegge sia dal freddo che dal caldo, agendo come una barriera termica. Tosare queste razze è assolutamente sconsigliato, se non per motivi medici specifici e solo su indicazione veterinaria. In alcuni casi, il pelo può impiegare anche tre anni a ricrescere in modo completo e corretto, con rischio di ricrescita irregolare e perdita della funzione protettiva.

Ci sono invece altre razze, come i Volpini, Spitz e alcune razze a pelo lungo, che hanno una qualità di pelo diversa, spesso più simile a setole. In questi casi, la rasatura può essere praticabile, ma sempre valutando col veterinario lo stato della cute. Nel caso dei gatti, la gestione del mantello e della loro esposizione al sole è ancora più delicata. I gatti generalmente non amano essere manipolati, non tollerano l’acqua e la rasatura può risultare molto stressante per loro. Per questo, il miglior approccio è spazzolarli regolarmente, così da rimuovere il pelo morto e favorire la naturale traspirazione del mantello.

La tosatura può essere presa in considerazione solo in casi particolari, come patologie cutanee, infestazioni gravi da parassiti o allergie del proprietario, e va sempre effettuata con l’assistenza di un professionista.

Inoltre, i gatti con il mantello bianco sono più esposti ai danni causati dai raggi solari, soprattutto nelle zone più delicate come le orecchie. L’esposizione al sole nelle ore più calde può infatti favorire la formazione di carcinomi cutanei. Per proteggerli, esistono creme solari specifiche con fattore di protezione alto, simili a quelle per uso umano al 50%, che differiscono solo per la confezione e la serigrafia, ma il principio attivo è lo stesso.

Infine, per quanto riguarda l’idratazione, una buona pratica è fornire ai gatti una fontanella per l’acqua che imiti il flusso di un rubinetto o di un lavandino, perché spesso preferiscono bere da acqua corrente piuttosto che da ciotole statiche. Questo aiuta a incrementare l’assunzione di liquidi e a mantenere un corretto livello di idratazione.»

Quali alimenti sono particolarmente indicati per i cani durante l’estate per integrare la loro dieta?

«Durante l’estate, è utile integrare la dieta dei cani con alimenti freschi ricchi di acqua e vitamine, che favoriscono l’idratazione e il benessere generale. Frutta come banane, kiwi e mele sono ottime scelte perché contengono molte vitamine e molta acqua. Anche la parte rossa del cocomero può essere offerto a temperatura ambiente»


Esistono razze di cani più sensibili al caldo o particolarmente a rischio durante l’estate?

«Sì, alcune razze sono particolarmente vulnerabili, in particolare i cani brachicefali come Bulldog, Mastini, Boxer e simili. Questi cani hanno una conformazione anatomica particolare, con un muso molto corto e alcune strutture interne, come la retrofaringe, spesso ristretta o occlusa parzialmente. La retrofaringe è la zona dietro la gola che permette il passaggio dell’aria verso i polmoni. Nei brachicefali questa zona ridotta rende più difficoltosa la respirazione, soprattutto in condizioni di caldo, quando la termoregolazione avviene principalmente attraverso la respirazione rapida e l’evaporazione di umidità dalle vie aeree superiori. Questa difficoltà aumenta il rischio di colpi di calore e problemi respiratori».

Come cambia la gestione in estate tra cuccioli e animali anziani?

«La gestione estiva deve essere attentamente calibrata a seconda dell’età. Negli animali anziani, gli organi interni diventano più rigidi, le vene e il flusso ematico possono essere compromessi, e il cuore fatica a garantire una vasodilatazione efficace necessaria per la dispersione del calore. Questo li rende più suscettibili a stress da caldo e colpi di calore; quindi, è importante evitare esposizioni prolungate al sole e assicurare ambienti freschi e ombreggiati.

Nei cuccioli, invece, il problema è diverso: sono molto attivi, spesso inseguono insetti, possono rovesciare le ciotole d’acqua e sono a rischio di ferite da punture di api o vespe. Possono disidratarsi facilmente. Perciò, per loro è fondamentale un controllo continuo, garantire acqua sempre fresca a disposizione e limitare le uscite nelle ore più calde».


Nei giorni scorsi è stato avvistato un lupo nel parcheggio dell’ospedale di Santa Maria delle Croci a Ravenna: un pericolo?

«Per l’uomo il rischio è praticamente inesistente. Il lupo è un animale selvatico che generalmente evita il contatto con gli esseri umani e non rappresenta un pericolo a meno che non venga messo in una situazione di pericolo e debba difendersi. Il vero problema riguarda gli animali domestici, in particolare cani e gatti di piccola taglia, ma anche animali da cortile come galline e oche, che possono diventare prede.

I lupi sono predatori principalmente notturni, quindi è importante, nel caso si sappia della presenza di un lupo in una determinata zona, mettere in sicurezza i cani e i gatti durante la notte, evitando che girino liberamente all’esterno.»

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